Se il termine Sweet Table è inglese, non c’è niente che non sia più italiano dei confetti. Possiamo utilizzarlo per indicare un tavolo imbandito di questi piccoli dolci, di altre caramelle e delizie provenienti anche dall’America piuttosto che “confettata”. Ma resta il fatto che in quanto a confetti non ci batte nessuno.
Non è un caso che i reali d’Inghilterra per i loro tre matrimoni più importanti degli ultimi decenni abbiano sempre scelto il “made in Italy”. Confetti di Sulmona per Carlo e Diana, poi per William e Kate e infine anche per Harry e Megan.
E a parlare di confetti in passato sono stati anche i grandi scrittori e poeti come Boccaccio, Goethe, Manzoni, Leopardi, Carducci, Pascoli, Verga e D’Annunzio, che celebravano la dolcezza di questo piccolo bon-bon.
Il significato del confetto
Nel corso degli anni sono cambiati i gusti, i colori e le forme ma non il significato e la tradizione di donare i confetti in occasioni di grandi cerimonie.
Per un matrimonio il confetto è rigorosamente bianco come l’abito della sposa, simboleggia prosperità e felicità per la coppia e rappresenta la vita, con il sapore agrodolce della mandorla, la copertura di zucchero e la speranza di un’unione duratura.
All’inizio erano gli invitati che regalavano i confetti agli sposi proprio per fargli un augurio, poi nei secoli la tradizione si è invertita, portando la coppia a fare questo dolce dono agli altri in segno di ringraziamento.
Fino ad alcuni anni fa, si preferiva regalare una sola tipologia di confetto con la bomboniera, oggi ci sono vere e proprie confettate, allestimenti colorati in cui dominano bon-bon di tutti i tipi e colori. Non solo mandorla e cioccolata come ripieno, ma anche pistacchi, nocciole e frutta.
Le origini del confetto
Non si sa quale sia esattamente l’origine del confetto, sembra che un medico arabo ricopriva di zucchero le medicine amare per farle prendere ai bambini. Ma secondo alcune fonti l’uso dei confetti risalirebbe ai romani, che celebravano con un bon-bon sia i matrimoni che le nascite. Bon-bon realizzato con un composto di miele e farina ad avvolgere le mandorle.
Un’altra teoria dà origine al confetto intorno al 1200 d.C. quando le mandorle venivano ricoperte da uno strato di miele indurito. Piccole caramelle forse importate dall’Oriente. In alcuni testi si fa riferimento al lancio di teneri bon-bon per Carnevale e agli sposi al termine della cerimonia nunziale.
Ma la forma e la consistenza del confetto come la conosciamo oggi inizia con l’importazione dello zucchero. Fa la sua comparsa nel 700 d.C., ma il suo utilizzo si diffonde principalmente nel 1400 e nasce a Sulmona in Abruzzo, una lavorazione artistica che si sviluppa nel Monastero di Santa Chiara. Cominciano qui le prime decorazioni, con dei fili di seta si legano i confetti per decorare fiori, grappoli e spighe. Sulmona è la più antica fabbrica di confetti italiana.
Le bomboniere
L’uso della bomboniera, nata per contenere i bon-bon, risale in Italia al XV secolo, uno scambio che i futuri sposi e le loro famiglie si facevano in occasione del fidanzamento. Piccole scatoline gioiello contenenti i confetti. Alla sposa veniva regalata una coppa amatoria, ovvero un piatto in ceramica con i confetti come augurio di fecondità.
L’affermazione della bomboniera avvenne nel 1896 per le nozze del principe di Napoli e futuro re d’Italia Vittorio Emanuele con la regina Elena di Montenegro. Gli invitati portarono le bomboniere come dono agli sposi.
I confetti all’interno della bomboniera sono generalmente cinque o comunque in numero dispari, perché significa indivisibilità dell’unione: 5 confetti simboleggiano fertilità, lunga vita, salute, ricchezza e felicità; 3 confetti la coppia e il figlio; 1 confetto l’unicità dell’evento.
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